Alla pubblicazione sul mio sito (www.studiomalnati.wordpress.com) del mio precedente articolo sul Qigong (Xiaozhoutian e Dazhoutian: finalità), sono seguite alcune domande da parte dei lettori, alle quali rispondo, brevemente, qui di seguito.
Quali sono le differenze tra la “respirazione buddhista” e la “respirazione daoista”?
Premetto che gli aggettivi “buddhista” e “daoista” sono solo legati alle origini del Qigong, nel senso che alcune tecniche che lo caratterizzano si sono sviluppate, storicamente, in abito religioso (oltre che marziale). Attualmente il Qigong è una disciplina energetica, svincolata da qualsiasi culto, attraverso la quale si può ottenere un aumento della vitalità e del benessere personali. Detto ciò, si intende per “buddhista” la respirazione diaframmatica: si inspira dal naso contraendo il diaframma (mentre l’addome si espande) e si espira, sempre dal naso, contraendo (dolcemente, senza sforzo) gli addominali e il pavimento pelvico. Invece nella respirazione daoista (detta anche “respirazione inversa”), si inspira dal naso contraendo sia il diaframma, sia gli addominali, sia il pavimento pelvico, e si espira, sempre dal naso, rilassando la muscolatura indicata: è chiaro che si creerà, durante l’inspirazione, un aumento della pressione a livello dell’addome che, a detta dei fautori di questa variante, servirebbe a “massaggiare gli organi interni”, mentre per i suoi i detrattori potrebbe causare problemi di varia natura. Essendo più “fisiologica”, io preferisco dedicarmi prevalentemente alla respirazione diaframmatica.
Perché esistono tante differenze nelle modalità di esecuzione del “Circuito Celeste” proposte dalle diverse Scuole?
Ogni Scuola dichiara di essere fedele a “tradizioni familiari” millenarie (alcune sostengono di rifarsi agli insegnamenti diretti di Loazi, anzi, non mancano Maestri cinesi che affermano di incontrare regolarmente Laozi e di pranzare con lui! Non faccio commenti…) e reputa il proprio sistema come il migliore in assoluto! Sulla base della mia esperienza, non ritengo, però, che esistano particolari vantaggi derivanti da un metodo rispetto ad un altro, quindi ognuno può tranquillamente dedicarsi a quello che ritiene più semplice e più “piacevole” per lui.
Nel Xiaozhoutian si può condurre il Qi verso l’alto nella parte anteriore del copro e verso il basso nella parte posteriore? Alcuni sostengono che le donne dovrebbero procedere in questo modo: è vero?
Una delle poche cose su cui quasi tutti concordano è la “direzione” da seguire nel dirigere l’Energia durante il Xiaozhoutian: è quella che ho indicato nel mio articolo precedente. La conduzione “inversa” del Qi, lungo Renmai e Dumai, è un’altra tecnica, con altre finalità: si tratta del cosiddetto “Percorso del Vento”. E’ vero che un autore giapponese scrisse, in un suo libro di qualche anno fa, che le donne (a differenza degli uomini) dovrebbero procedere, nell’esecuzione del Xiaozhoutian, conducendo il Qi verso l’altro lungo Renmai e verso il basso lungo Dumai, ma nello stesso libro si legge che si tratta di una “intuizione” di quel maestro: non ha, quindi, nulla a che fare con la “tradizione”.
Si può immaginare che il Qi passi all’interno della colonna vertebrale?
Sì, ma siamo in presenza, anche in questo caso, di un’altra tecnica, con altre finalità: si tratta del cosiddetto “Percorso dell’Acqua”.
Per info: Pietro Malnati, tel. (0039) 338 98 70 347; email: pietro.malnati@gmail.com; www.studiomalnati.wordpress.com